Le Alpi. La gente
Testo di antropologia alpina contenente i risultati del lavoro di campo su diversi comuni trentini e le mappe di spopolamento e di spopolamento di genere
Le Alpi - La gente - presentazione
Esposizione di alcuni fra i principali problemi della gente che abita le Alpi e mappe di spopolamento
I Reti, le Alpi e l’archeologia del paesaggio. La Traversara e la storia arcaica delle migrazioni delle tribù della montagna
I primi resti umani in area alpina risalgono ad un milione di anni fa:
siamo nella Grotte du Vallonet, in Riviera, presso Roccabruna-Cap Saint Martin, pochi chilometri ad est di Monaco. Lo spazio di montagna comincia ad essere abitato, allo stato attuale delle nostre conoscenze, durante l’era interglaciale Riss-Wurm: 100.000 anni fa. Siamo in Svizzera, Canton San Gallo, sopra Vattis in Val Tamina: nella Caverna del Drago, il Drachenloch, a 2.445 metri di altezza, esistono resti di focolari. Il Loch è un toponimo di grande importanza. In tedesco “buco”, “caverna”; in latino lucus è il bosco sacro, ma nei dialetti del “bri” della Val Chiavenna, oggi significa luogo. Anche in Trentino esistono vari toponimi che portano il nome «luco», «lugo». Nei Loch si sono rinvenuti molti reperti funebri. La conca delle Viote, sul Monte Bondone, era frequentata già migliaia di anni fa, in epoca glaciale, da popolazioni di cacciatori-raccoglitori .....
siamo nella Grotte du Vallonet, in Riviera, presso Roccabruna-Cap Saint Martin, pochi chilometri ad est di Monaco. Lo spazio di montagna comincia ad essere abitato, allo stato attuale delle nostre conoscenze, durante l’era interglaciale Riss-Wurm: 100.000 anni fa. Siamo in Svizzera, Canton San Gallo, sopra Vattis in Val Tamina: nella Caverna del Drago, il Drachenloch, a 2.445 metri di altezza, esistono resti di focolari. Il Loch è un toponimo di grande importanza. In tedesco “buco”, “caverna”; in latino lucus è il bosco sacro, ma nei dialetti del “bri” della Val Chiavenna, oggi significa luogo. Anche in Trentino esistono vari toponimi che portano il nome «luco», «lugo». Nei Loch si sono rinvenuti molti reperti funebri. La conca delle Viote, sul Monte Bondone, era frequentata già migliaia di anni fa, in epoca glaciale, da popolazioni di cacciatori-raccoglitori .....
I Reti, chi erano costoro? Il misterioso popolo di cui è (quasi) persa la memoria
Per i Romani, barbari e selvaggi. Alcune tribù commisero il suicidio di massa pur di non essere soggiogate: altre si romanizzarono fino ad assumere nomi latini e ad esercitare alte cariche nella magistratura e nell'esercito. In realtà, questi antichi popoli di montagna avevano raggiunto un alto grado di civiltà, vivevano secondo regole egualitarie che assicuravano un alto livello di vita per tutti, avevano grande senso artistico, erano artigiani bravissimi scrivevano, e fra loro le donne combattevano, facevano le sacerdotesse e tenevano scuole di scrittura in quattro alfabeti diversi
I Reti e la religione. Il Trono della Regina: la Gran Madre della vita e della morte. Testimonianze della religione della Dea sul percorso sacro
Il primo luogo sacro della storia dell’umanità è proprio la montagna. Tracce di frequentazione in altura sono state rinvenute anche in luoghi considerati inaccessibile fino alle «conquiste alpinistiche». Poi vengono le grotte aperte, che poteva anche essere chiusa da strutture di legno, in modo da aumentare lo spazio agibile. E’ il ventre della Madre. La ritualità legata ai defunti fu forse la prima della storia dell’umanità. La credenza nella vita dopo la morte è arcaica. Ossa e cadaveri venivano manipolati, smembrati, in qualche caso anche mangiati, e venivano sepolti a più riprese. Poi parti dello scheletro venivano reimpiegate per farne oggetti magici o apotropaici e rideposti in altri luoghi.
NON C'E' PIU' TEMPO: il cambiamento climatico e la crisi che verrà.
L'umanità deve scegliere: rinunciare alla tecnologia, e continuare a vivere, oppure andare avanti a consumare, distruggere il pianeta, e arrivare all'estinzione. Molti sono gli esempi di civiltà che di fronte alla sfida hanno fatto scelte diverse, sono riuscite a sopravvivere, oppure sono scomparse dalla storia e dalla faccia della Terra. Noi che cosa saremo capaci di fare? Riusciremo ad eliminare un ceto dirigente che sta portando gli esseri umani nel baratro, e l'ambiente alla distruzione, per ricominciare da capo, o dobbiamo rassegnarci alla morte?
Il Centro di ecologia alpina della Provincia autonoma di Trento
Per molti anni, sul Monte Bondone ha funzionato l'unico centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile in montagna. Poi, la direzione dell'istituto ha dichiarato che "lo sviluppo sostenibile non può essere definito una forma di economia", ed è stato chiuso. Storia e illusione di un progetto svanito nel nulla.
Cibi tipici e piccoli paesi alpini
Può la produzione di un cibo tipico influire sul processo di sviluppo sostenibile e valorizzazione del territorio di una comunità alpina?
Agricoltura e sviluppo sostenile. L'AGRICOLTURA FAMILIARE: L'UNICA RISPOSTA POSSIBILE ALLA CRISI.
Per millenni, le dimensioni delle famiglie sono state strutturate sulle esigenze del lavoro agricolo, basato su un’unità di produzione che doveva consentire di mantenere una famiglia estesa.
Oggi la crisi e l’abbandono dell’agricoltura sono dovuti in gran parte al cambiamento della famiglia, che, da clan, è diventata nucleare, e quindi insufficiente a fornire la quantità di mano d’opera necessaria al mantenimento
di un’azienda anche di piccole dimensioni.
Ad oggi, l’azienda agricola polifunziuonale familiare si è dimostrata la più efficiente, la più capace di resistere averi tipi di crisi e spesso l’unica in grado di trasmettere capitale e proprietà, se non di accrescerli. Oggi nel mondo esistono oltre 500 milioni di aziende agricole familiari. Rappresentano oltre il 98% delle proprietà agricole, almeno il 56% della produzione agricola sul 56% dei terreni, sulla base dei dati di censimento di 91 paesi.
Oggi la crisi e l’abbandono dell’agricoltura sono dovuti in gran parte al cambiamento della famiglia, che, da clan, è diventata nucleare, e quindi insufficiente a fornire la quantità di mano d’opera necessaria al mantenimento
di un’azienda anche di piccole dimensioni.
Ad oggi, l’azienda agricola polifunziuonale familiare si è dimostrata la più efficiente, la più capace di resistere averi tipi di crisi e spesso l’unica in grado di trasmettere capitale e proprietà, se non di accrescerli. Oggi nel mondo esistono oltre 500 milioni di aziende agricole familiari. Rappresentano oltre il 98% delle proprietà agricole, almeno il 56% della produzione agricola sul 56% dei terreni, sulla base dei dati di censimento di 91 paesi.
Storia dell'agricoltura e sviluppo sostenibile - IN QUOTA O SI TURNA O SI MUORE: IL LAVORO CONDIVISO IN AGRICOLTURA DI MONTAGNA
Sulle Alpi – ma anche in Appennino, dove esistevano gli “usi civici”, le “magnifiche comunità”, gli alpeggi a gestione condivisa e il diritto di legnatico, l’intero ciclo del lavoro era basato sulla turnazione, lo scambio di attrezzi, l’uso comune e a turno di tutte le infrastrutture agricole. Dai mulini ai forni, dai frantoi ai caseifici, dai crotti alle segherie. Perfino le professionalità esperte (per esempio chi sapeva potare le viti) e, più tardi, i primi trattori venivano usati a turno…. Il sistema più antico prevedeva che i proprietari del latte lo portassero alla latteria, e che uno di loro, a turno, lavorasse il latte di tutti; poi ad ognuno veniva restituito il formaggio e il burro in proporzione al latte conferito. Questo modello libera gran parte della comunità dal compito più gravoso, che tocca soltanto una volta: ma presuppone che tutti siano capaci di caseificare. Di fatto viene ancora praticato: e può essere una proposta per il futuro.
Il Bhutan - un paese sul tetto del mondo
Numero monografico di "Segni di identità" sul Bhutan e sulla particolare situazione socio - politica di un paese che annovera la "felicità nazionale lorda" fra le priorità nazionali
BAGAUDI E CIRCONCELLIONI:RIVOLTE ANTICHE CANCELLATE DAI LIBRI DI STORIA
La gente delle montagne non ha mai accettato la prepotenza dei poteri centrali, e si è sempre ribellata. Ma queste antiche storie sono state sistematicamente cancellate: come quella dei Circoncellioni, cristiani radicali che provengono dalle montagne del NOrd Africa, che fanno la lotta armata contro i latifodnisti; e quella dei Bagaudi, tribù alpine che costituiscono repubbliche indipendenti in cui si osserva la "legge naturale", che danno del filo da torcere a Roma.... E, incredibile a dirsi, ad un certo punto i due gruppi si uniscono, e combattono assieme.
Storia dell'agricoltura alpina - IL MITO DELLA MUCCA: ZOOTECNIA, ALPEGGI, FORMAGGI E LATTERIE - presentazione
Da quando gli Alpini hanno popolato le montagne, hanno vissuto con l'animale mito: la vacca, dea madre e fornitrice di nutrimento. Nei millenni, hanno sviluppato un sistema di cura dell'ecosistema e di produzione di alimenti di alto pregio, in un ambito che ha visto la creazione di una società egualitaria, non sessista, in cui i mezzi di produzione primari (gli alpeggi) erano proprietà comune e il lavoro era condiviso.
Storia dell'agricoltura alpina - IL VINO DEI RETI E LA VITICOLTURA EROICA - presentazione
Contrariamente a quello che si crede, i popoli alpini praticarono la viticoltura fin dai tempi più remoti: i romani già apprezzavano il vino retico, e le botti e le cantine sottoroccia le hanno inventate i celti. La coltivazione della vite si sviluppò anche in zone di montagna talmente impervie da poterla definire "viticoltura eroica". Quelle viti su terrazze servono non solo a produrre dell'ottimo vino, ma anche a proteggere i versanti e a provenire il degrado idrogeologico.
Storia dell'agricoltura alpina - STORIE DI TRIBU' NOMADI: LA TRANSUMANZA SULLE ALPI - presentazione
Le popolazioni alpine sono, da sempre, nomadi su diversi livelli di auota e su spazi larghi: praticano l'alpeggio con le vacche, il commercio e al'artigianato su grandi distanze, l'emigrazione stagionale, la transumanza. L'uomo del Similaun apparteneva ad un popolo di pastori, che praticavano uno dei più antichi itinerari di passo che l'umanità abbia conservato: il sentiero che, con le pecore, attraversa i ghiacciai della Val Senales.
Storia dell'agricoltura alpina - LA FORESTA: L'ANTICA MADRE CHE NUTRE - presentazione
E' difficile immaginare come poteva essere il bosco immenso che ammantava quasi completamente le terre emerse dell'Europa delle origini. Gli scavi dei villaggi su palafitte nella valle del Po hanno rivelato che, molto prima dell'ascesa e forse anche della fondazione di Roma, l'Italia settentrionale era ricoperta di un fitto mantello di olmi, noci, e specialmente querce. Fino al I secolo dopo Cristo, la selva Ercinia partiva dal Reno estendendosi verso est, per una distanza enorme e sconosciuta; i germani, ai quali Cesare si rivolse per avere notizie più precise, avevano viaggiato per due mesi sotto quegli alberi, senza intravvederne la fine...
Storia dell'agricoltura alpina - LE ERBE: ANTICHE TRADIZIONI E NUOVI BISOGNI. Presentazione
E' dalla notte dei tempi che le donne raccolgono erbe e curano con le piante: divennero tanto sapienti da fare invidia agli uomini, tanto da essere bruciate al rogo a migliaia, in tutta Europa. Ma non persero mai l'antica conoscenza: da quando il movimento femminista rivalutò la figura delle streghe, anche la pratica erboristica è ritornata in auge.
Storia dell'agricoltura alpina - LE API: OPERAIE AL SERVIZIO DI UNA VITA PIU’ DOLCE . Presentazione
Il miele viene estratto dagli alveari da sempre: già migliaia di anni prima degli Egiziani, gli uomini (o meglio: sembra proprio: le donne!!!!) andavano a caccia di favi. Riuscirono anche a far sciamare le api; ma, quando dovevano togliere il miele, uccidevano lo sciame. L'arnia razionale che consente di smielare senza ammazzare le api, è una conquista recente che apre la strada a innovazioni incredibili.
Storia dell'agricoltura alpina - L'OLIO: ORO LIQUIDO, SIMBOLO ARCAICO DI PACE E BENESSERE - Presentazione
NOn è vero che il NOrd Italia, e le Alpi, sono luoghi sfavorevoli all'olivicoltura: l'olivo esiste sicuramente da più di venti secoli. L'olio venne usato prima per l'illuminazione, poi dagli ecclesiastici come componente rituale: pochi lo consumavano come alimento, ed erano per lo più esponenti dei ceti aristocratici. Ma era un bene commercializzabile e portava valuta pregiata anche alle economie di sussistenza. Le ragioni della decadenza dell'olivicoltura ricadono su una precoce globalizzazione, e sullo sviluppo dei trasporti a lunga percorrenza.... ma adesso forse qualcosa si sta muovendo: sono natui gli "oli di alta quota".
Storia dell'agricoltura alpina - LA TECNOLOGIA CONDIVISA DEI CONTADINI DELLE ALPI: la creatività popolare e l'arte del viver bene con poco
Per millenni le comunità si sono gestite elaborando competenze e professionalità condivise che hanno portato alla creazione di sistemi tecnologici estremamente avanzati, ma che non hanno depauperato l'ambiente.
MOntagne e immaginario - LE ALTE QUOTE: Spiriti dei ghiacci, dell’acqua, dell’altro mondo. Arcane presenze delle vette
Da sempre, la cima delle montagne è tabù. Gli alpinisti che «conquistarono» le cime (sostenendo di essere i primi a salirci) descrissero i montanari come superstiziosi e vigliacchi, perché credevano di disturbare gli spiriti se fossero saliti in cima. Probabilmente, gli antichi sacerdoti avevano imposto il tabù per preservare la purezza della prima fonte di vita di tutti: l’acqua. Così le popolarono di spiriti. La Bianca Signora che rapisce chi osa avventurarsi fra i ghiacciai nasconde divieti ecologici interpretabili solo dagli sciamani. Cristiani, alpinisti e popoli dell'impero, invece, trasformarono le terre alte in terre del diavolo.
Montagne e immaginario - LA SACRALITA' DELL'ACQUA
La sirena non ha niente a che fare con il mare: gli esseri che incantavano i naviganti con la loro bellissima voce erano bestie orrende, che si cibavano di cadaveri. La sirena alpina in realtà è legata al drago, abitante dei
laghi, delle grotte e delle foreste. L’acqua è sorgente di vita: da sempre a simbologia femminile. Rappresenta l’acqua del parto. L’antica religione pre cristiana era una religione delle sorgenti. Ondine, Aguane, Dama del lago, Bianca Signora delle Nevi, Idre, Draghi, Sirene sono solo alcuni degli esseri «fantastici» legati all’acqua...... Entità che, cristianizzate o demonizzate, sono rimaste comunque nel patrimonio archetipico, nel mito e nella leggenda, e nelle chiese di tanti paesi montagna,
laghi, delle grotte e delle foreste. L’acqua è sorgente di vita: da sempre a simbologia femminile. Rappresenta l’acqua del parto. L’antica religione pre cristiana era una religione delle sorgenti. Ondine, Aguane, Dama del lago, Bianca Signora delle Nevi, Idre, Draghi, Sirene sono solo alcuni degli esseri «fantastici» legati all’acqua...... Entità che, cristianizzate o demonizzate, sono rimaste comunque nel patrimonio archetipico, nel mito e nella leggenda, e nelle chiese di tanti paesi montagna,
Montagne e immaginario: DRAGHI NELLE ALPI
Il drago rappresenta le qualità sessuali della donna, le sue capacità procreative, il rapporto con l’aldilà. E’ l’animale della Gran Madre, simboleggia la sua potenza. Sta nelle grotte – cattedrali della preistoria, i luoghi in cui le donne andavano a partorire, ma anche le cavità in cui si svolgevano i riti funebri e in cui si ritornava nel ventre della Dea. Protegge le acque, associate al parto e al nutrimento dell’umanità. E’ la bestia più grande, più bella, più forte, più intelligente. Parla. Sulle Alpi assume la forma di serpente gatto, o di basilisco. E' quella bestia che non esiste, ma che daresti dieci di anni di vita per poter incontrare, anche una sola volta, di sfuggita, nel folto del bosco dietro a una rupe.....
LA BUZZA DI BIASCA: IL REALE E IL FANTASTICO
La gente delle Alpi è abituata alle catastrofi. Vive nell'emergenza, e da secoli gestisce inondazioni e frane. Sa riconoscerne i sintomi, sa mettersi al sicuro alle prime avvisaglie. Sa anche a chi rivolgersi quando la situazione si volge al peggio. Gli abitanti di Malvaglia, dopo il primo crollo, decidono di rivolgersi ad un mastro meccanico di Milano per tentare di limitare i danni: Giovannino Balestrerio, uno stimato professionista che, ai nostri giorni, si sarebbe definito un ingegnere idraulico. Ma dal governo centrale si sottovaluta il rischio, non si prende nessuna iniziativa. Ma la natura non aspetta l'indecisione umana: il 20 maggio 1515 avviene la catastrofe, e gran parte del cantone finisce sott'acqua. Quando non si sa dare una ragione ad un disastro terribile, è sempre comodo dare la colpa alla magia: Balestrerio diventa , in negromante, legato a "certi maghi dell'Armenia" e il popolo attribuì la rovina alla vendetta d'i Dio contro i biaschesi colpevoli di sodomia.
BARBAGIA MISTERIOSA: le origini di una cultura arcaica
« Quantunque i Cartaginesi si facessero padroni dell'isola, non poterono ridurre in schiavitù gli antichi possessori, essendosi gli Iolei rifugiati sui monti ed ivi, fattesi abitazioni sotto terra, mantenendo in quantità il bestiame, si alimentarono di latte, di formaggio e di carne, cose che avevano in abbondanza. Così, lasciando le pianure, si sottrassero alle fatiche di coltivare la terra e seguitano a vivere sui monti, senza pensieri e senza travagli, contenti dei cibi semplici. I Cartaginesi dunque, sebbene andassero con grosse forze spesse volte contro codesti Iolei, per le difficoltà dei luoghi e per quegli inestricabili sotterranei dei medesimi, non poterono mai raggiungerli ed in tal modo quelli si preservarono liberi. Per la stessa ragione poi, infine, i Romani, potentissimi per il vasto impero che avevano, avendo loro fatto spessissimo la guerra, per nessuna forza militare che impiegassero, poterono giungere a soggiogarli».
Santa polenta, sacra polenta: archeologia, ritualità antica, cereali schiacciati e bolliti.
La polenta non è una pietanza gastronomica. La polenta è un sistema per cucinare i cereali, che si trova ovunque nel mondo, ma principalmente nei climi freddi, umidi e in montagna: dove c’è bisogno non solo di riempirsi la pancia, ma anche di scaldarsi. Dove il fuoco brucia a lungo e si passa molto tempo all’interno. È un piatto antichissimo. Si faceva ben prima che si cominciassero a coltivare i cereali: prove archeologiche dal Sud Africa già 100.000 anni fa indicano che già 100.000 anni fa l'Homo sapiens usava semi di erba selvatica schiacciati . I resti delle polente africane di 10mila anni fa rappresentano la più antica prova della cottura di piatti a base vegetale.
I vigili del fuoco volontari in Trentino
La partecipazione alla vita collettiva, sulle Alpi, è sempre stata fondamentale per diverse ragioni: per fronteggiare un'esistenza di emergenze e catastrofi continue. Per mantenere il territorio cercando di prevenire il disastro per quanto possibile. Per sfruttare le risorse senza depauperare l'ambiente, attraverso un lavoro collettivo a cui nessuno poteva sottrarsi. In quest'ottica, ancora oggi, la legna e il bosco sono fattori fondamentali. Farsi la legna è la discrimine antropologica fra l'essere fuori e l'essere dentro la comunità. La partecipazione alla prevenzione degli incendi e la lotta alle calamità naturali sono attività fortemente sentite e condivise dalla popolazione.